Romano Minucci
PittoreRomano Minucci nasce a Magliano in Toscana (GR) nel 1937. La realtà contadina e le biciclette che servivano ai suoi paesani per i lavori di campagna sono i suoi primi dipinti.
Negli anni Settanta opera con contenuti ecologici. Viene invitato assieme a Cagli, Guidi, Purificato, Vespignani, Conti ed altri artisti, al primo convegno Arte-Società tenutosi a Firenze nel 1975.
Partecipa a collettive in Italia e all’estero. Sue opere sono collocate alla Salammbo di Parigi ed alla Tecnon di Londra.
In Italia viene invitato alla Biennale del Mediterraneo, alla Rassegna Itinerante del Friuli-Venezia Giulia, alla Biennale Europea, alla Biennale Arte e sport di Firenze, alla Biennale Ligure, alle Expo di Brescia, Carpi, Bologna e Roma.
Di lui hanno scritto i maggiori critici: Amodei, Barni, Bartolommei, Bonelli, Bottai, Carlo, Carlesi, Castellucci, Costantini, Del Corona, Gallo, Bene, Levi, Marcianò, Mecacci, Mori, Melik, Nocentini, Papa, Paloscia, Pasquali, Penelope, Pisani, Purificato, Puecher, Pesenti, Puglisi, Scotti, Servolini, Spinelli, Wathamann.
Hanno recensito le sue opere: RAI TV, notiziari d’arte, Bolaffi, vari annunci e dizionari, Arte-Mondadori, Comanducci, Enciclopedia Leonardo; e tra giornali e riviste: Il Tirreno, La Nazione, Il Corriere, Eco d’Arte, L’Avvenire, La Gazzetta, dimensione Economica, Scena Illustrata, panorama d’Arte, varie TV private, corriere delle Arti, L’Era, cosmo 2000, Il Paese Reale, Pittori Contemporanei, Il Messaggero, Il Michelangelo, La Ribalta Artistica, Eco della Critica, Culturale, Italia Artistica, Dove e Quando, Toscana Sud, Arte Contemporanea Italiana, Il Quadrato.
…Pertanto la figurazione di Minucci esula, per peculiare impronta autonoma, da ogni catalogazione, stagliandosi sul piano della innovazione estetica contemporanea, come una delle più valide ed interessanti esperienze. Sensibilità e poesia si fondono in una felice simbiosi espressiva di una realtà antica, ma sempre presente, riproposta in modo nuovo, in modo da farne emergere quel potenziale di poetica espressività insita nella natura istintiva dell’uomo. Inoltre un magistero di rara preziosità tecnica si pone al servizio di una idea creativa che di continuo si rinnova nella vicenda esistenziale dell’artista, decisamente immerso nell’aria antica di un mito popolare che testimonia la perennità stessa della vita. Del resto Minucci esprime la sua tensione verso una vita più autentica, di un’esistenza più piena e, certamente, più umana.
È proprio qui che si compendia lo spirito della sua ricerca, con una qualità pittorica fra le più sapienti, che lo identifica fra gli artisti delle nuove generazioni che hanno un ruolo di notevole importanza nell’attuale panorama artistico.
Nel 1975 viene invitato al convegno Arte e Società tenutosi a Firenze, assieme ai pittori Purificato, Conti, Cagli, Guidi ed altri. Con tali maestri partecipa ad importanti collettive in Italia e all’estero.
In occasione di una mostra a Parigi gli vengono commissionati diversi dipinti.
Viene invitato alla Biennale Europea, all’Itinerante Friuli Venezia Giulia, alla Biennale Ligure, alle Expo di Brescia, Bologna, Roma e Carpi.
Nel 1983, sotto l’egida del Comune di Grosseto, che redige un catalogo, viene allestita una sua personale.
Nel 1986, per meriti artistici, riceve il premio Monterosa (Decennale Città di Grosseto).
Nel maggio del 2010, con il patrocinio del Comune di Grosseto, a cura del direttore del Centro documentazione arti visive Mauro Papa, viene presentata al Cassero una sua Antologica con 90 opere dal 1969 al 2009.